Dipendenti costretti a lavorare fino a dodici ore al giorno, senza ferie, né riposi settimanali e con paghe che si aggiravano intorno ai 3 euro all’ora. Due egiziani sono finiti nei guai, accusate, in concorso, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. L’attenzione degli investigatori ha riguardato “le attività di due autolavaggi dislocati nel viterbese, gestiti e organizzati dai due indagati egiziani, uno in qualità di legale rappresentante e amministratore, l’altro responsabile della gestione della manodopera. I due avrebbero assunto e utilizzato i propri dipendenti (6 cittadini extracomunitari) in condizioni di evidente sfruttamento. Nello specifico; gli indagati, hanno sottoposto i lavoratori ad orari di lavoro esorbitanti rispetto ai limiti previsti dai contratti collettivi nazionali e dai singoli contratti di lavoro (10/12 ore di lavoro al giorno), non consentendo loro di usufruire di periodi di ferie e, in alcuni casi, di riposi settimanali; i dipendenti inoltre, arrivavano a percepire, a fronte dell’ingente mole di lavoro, poco più di 3 € l’ora. I sei lavoratori sfruttati avrebbero affermato di tollerare tali umilianti condizioni lavorative solo perché bisognosi di guadagnare dei soldi per mantenere le rispettive famiglie rimaste nei paesi di origine. La squadra Mobile ha proceduto all’esecuzione dell’ordinanza applicativa della misura cautelare coercitiva dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, emessa dal gip del tribunale di Viterbo nei confronti dei due responsabili, in concorso, del delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.