Anche la marineria di Terracina ha voluto far sentire la propria voce in occasione della giornata di protesta che si è svolta in tutta Italia contro la decisione dell’Unione Europea il cui piano prevede l’abolizione della pesca a strascico entro il 2023. Una situazione allarmante e che rischia di mettere in ginocchio l’intero comparto già messo a dura prova tra emergenza covid, caro carburante e, relativamente a Terracina, la mancanza della draga con il pericolo insabbiamento all’imbocco del porto. Il Piano promosso dal Commissario alla Pesca ed all’Ambiente prevede una forte limitazione della pesca a strascico in tutta Europa entro il 2030 e propone la creazione di ulteriori aree marine protette, senza considerare l’impatto sociale ed economico su imprese, lavoratori, territori e basandosi su dati scientifici non aggiornati e accurati. Un Piano che rischia di portare alla totale dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti ittici.
I pescatori, dunque non ci stanno. Il loro obiettivo è la salvaguardia di un settore che garantisce sicurezza alimentare e un approvvigionamento equo, salutare e sostenibile di prodotti ittici freschi e con alti standard di qualità, che rispettano le regole di tracciabilità e certificazione europea. Ma con la mobilitazione si punta anche ad assicurare un futuro a migliaia di lavoratori, cooperative, imprese, famiglie e territori. Infine, qualche numero. In Italia la pesca a strascico rappresenta il 20% della flotta totale peschereccia con 2088 unità, circa 7000 lavoratori, il 30% degli sbarchi ed il 50% dei ricavi. Un settore che in Europa rappresenta il 25% degli sbarchi totali di prodotti ittici ed il 38% dei ricavi, con oltre 7.000 imbarcazioni.