Una eccezionale scoperta fatta dai Carabinieri della Stazione di Sermoneta ha riportato alla luce una lapide che rappresenta forse l’unica traccia di un evento storico incredibile, la visita a Sermoneta dell’imperatore Federico III d’Asburgo il 25 marzo 1452, sei giorni dopo la sua incoronazione a imperatore del Sacro Romano Impero da parte del papa Nicola V.
La scoperta è avvenuta all’interno della caserma dei Carabinieri di via Manuzio, al di sotto di un sottile strato di intonaco dove era celata l’epigrafe in marmo, delle dimensioni di 24 cm per 34 cm, che proietta Sermoneta a 570 anni fa esatti, in uno dei periodi più floridi del casato dei Caetani.
Il Comandante dei Carabinieri Lgt Antonio Vicidomini, osservando meticolosamente date, lettere, riferimenti e abbreviazioni, ha rilevato l’importanza del ritrovamento informando immediatamente la Soprintendenza e l’Amministrazione comunale di Sermoneta.
«Congratulazione ai Carabinieri della Stazione di Sermoneta e al Comandante Vicidomini per questa grande scoperta – spiega il Sindaco Giuseppina Giovannoli – che rappresenta una traccia incredibile della storia del nostro borgo. Il lavoro di ricerca è solo all’inizio: si dovrà risalire all’originaria collocazione dell’epigrafe per poterla rimettere al suo posto, oltre cinque secoli dopo. Sermoneta non smette mai di stupire».
Nella Domus Caietana, la storia documentata della famiglia Caetani, si ha contezza dell’illustre visita. Il 19 marzo il Papa incoronò Federico III, ultimo imperatore insignito a Roma. La cerimonia si svolse nel Ponte Sant’Angelo e lo stesso pontefice volle fortemente alla cerimonia il duca Onorato III Caetani di Sermoneta. Fu proprio onorato, al termine della cerimonia, a invitare il neo imperatore al castello di Sermoneta come ospite a un ricevimento in suo onore.
Federico III giunse insieme alla sposa Eleonora di Portogallo il 25 marzo con un seguito di 5.000 persone e rimase a Sermoneta fino al 27 marzo, quando proseguì il viaggio verso Napoli. 21 anni dopo, nel 1473, papa Sisto V ricordò quel ricevimento con una bolla nella quale l’imperatore si complimentò della straordinaria scoperta, facendo dire al Papa che “Onorato era non solo di nome ma anche di fatto”.
Della lapide si parla nel libro dello storico Pietro Pantanelli (1710-1787), che in un passaggio nel libro IV di “Notizie storiche delle terre di Sermoneta” cita la lapide in marmo semigotica, “incastrata nell’antica abitazione della famiglia Vari, che ora è ospizio de’ padri Cappuccini, cioè nell’angolo dell’oratorio verso il pozzo del cortile, la quale con poco giudizio è stata ricoperta con un’incollatura di calce”. L’ospizio citato è ora la caserma dei Carabinieri.