Il Parco nazionale del Circeo le chiama “operazioni di rimozione” e prenderanno il via a gennaio. In realtà si chiamano sanguinarie uccisioni dei daini a colpi di proiettile in quella che dovrebbe essere una zona di protezione totale. La denuncia arriva dall’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali, che torna a chiedere la revisione del Piano presentato dall’Ente Parco, che ritiene il “prelievo con arma da fuoco” una “tecnica che si è rivelata efficace e compatibile con le esigenze di sicurezza proprie di un luogo altamente frequentato come la Foresta Demaniale”. Quella che si prepara è una strage, sottolinea l’Oipa, poiché l’obiettivo è quello, citando le parole dell’Ente, “di prelevare almeno 350 animali all’anno nel corso dei prossimi anni, cioè un numero necessariamente superiore a quello delle nascite annuali stimate, per giungere così a un sensibile decremento della specie nell’arco del quinquennio di applicazione del Piano”. «Aprire il fuoco in territori protetti significa ignorare il nuovo articolo 9 della Costituzione che ha introdotto la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi», dichiara il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Ci riserviamo di ricorrere contro tale atto per la tutela degli animali ricordando inoltre che nel 2020 il Consiglio direttivo dell’Ente aveva ribadito che avrebbe attuato “tutte le possibilità, non cruente e senza sparo, per raggiungere l’obiettivo della diminuzione della popolazione di questa specie per ridurre la pressione sul territorio. Impegno che, sottolinea, è stato disatteso. Da qui l’appello: l’ente parco rispetti le sue iniziali intenzioni, sperimenti la sterilizzazione e riveda il Piano che invece così decreta una tragica fine per i poveri daini del Circeo.