Nessun pentimento per una strage pianificata da lungo tempo. Per questi motivi il Gip di Roma Emanuela Attura ha convalidato il fermo e disposto il carcere per Claudio Campiti, il 57enne che domenica ha ucciso quattro donne a Fidene e ha ferito altre due persone. L’indagato – scrive il magistrato nell’ordinanza – in sede di interrogatorio non ha dato segno di resipiscenza alcuna, ed il livore ed il risentimento che sono emersi fanno ritenere che se rimesso in libertà non desisterebbe da ulteriori condotte violente e sanguinarie”. Il magistrato parla di una lunga pianificazione, e di una circostanza aggravante della premeditazione che appare incontestabile. Da tempo non partecipava più alle riunioni del Consorzio, scrive, e quindi la sua presenza il giorno del fatto non può che essere letta nel senso che si sia portato sul posto al solo scopo di portare a compimento il proprio piano, tanto che, appena entrato nel dehor, si è diretto a destra al tavolo dove sedevano i componenti del consiglio di amministrazione. Inoltre proprio quella mattina, prima di recarsi all’assemblea, il Campiti si è portato al poligono per munirsi dell’arma per compiere il delitto, acquistando anche 100 proiettili”. Nel corso dell’interrogatorio durato un’ora Campiti, che davanti al magistrato è rimasto in silenzio sui punti chiave della vicenda, ha ammesso che il movente è legata ad un rancore e risentimento covati per anni verso il consorzio Valleverde. Sempre in sede di interrogatorio, come riportato dal gip, il 57enne ha ammesso che era certo che non sarebbe tornato a casa. Sul luogo della strage sono stati infatti trovati tre zaini contenenti i suoi effetti personali. Per Campiti, che si trova a Regina Coeli, il GIP ha disposto anche la sorveglianza.