Il Tribunale di Ancona, Sezione penale – Ufficio misure di prevenzione – in composizione collegiale, nel mese in corso ha deliberato la confisca definitiva dei beni oggetto di un sequestro effettuato congiuntamente dalla Procura della Repubblica di Ancona e dalla Direzione Investigativa Antimafia nel dicembre dello scorso anno emesso nei confronti di un soggetto residente nel territorio delle Marche.
Ieri, personale della Direzione Investigativa Antimafia, in esecuzione della delega conferita dall’Autorità Giudiziaria di Ancona ha proceduto alla registrazione presso le conservatorie immobiliari del provvedimento di confisca dei beni acquisiti illecitamente dal soggetto preposto.
Come a suo tempo documentato, l’attività di prevenzione scaturì da complessi accertamenti del Centro Operativo di Roma che consentirono di far emergere oltre alla specifica “pericolosità sociale” del proposto e l’esistenza di una evidente “sproporzione” tra i redditi dichiarati (in quanto sostanzialmente trattasi di un soggetto sconosciuto al fisco) anche un elevato tenore di vita sostenuto in relazione al valore dei beni nella sua disponibilità, evidentemente frutto degli ingenti profitti illeciti. L’attività del personale della D.I.A., consistita nella presentazione all’A.G. di Ancona di una richiesta di misura di prevenzione patrimoniale ex artt. 1 e 4 del D.lgs. 159/2011, fu attuata attraverso la verifica delle movimentazioni bancarie delle società dell’imprenditore, seguendo il noto principio del “follow the money”, poiché lo stesso era destinatario di sentenze definitive di condanna per rapina, furto, lesioni personali, omicidio preterintenzionale e stupefacenti. La carriera delittuosa del proposto ha avuto il suo epilogo, da ultimo nel 2022, perché condannato della Corte di Appello di Perugia, con sentenza passata in giudicato, a 8 anni di reclusione per rapina aggravata e stupefacenti.