L’appello di Coldiretti è quello di avviare subito l’abbattimento dei cinghiali. È pronta a chiedere anche l’intervento dell’esercito per fermare l’invasione di ungulati. Tutto questo a difesa soprattutto delle aziende il futuro delle quali è a rischio se non partiranno subito gli abbattimenti.
Intanto a Rieti si rischia la zona rossa per la peste suina e cresce la preoccupazione degli allevatori. La velocità con cui si a diffonde la peste suina rischia di mettere in discussione non soltanto la filiera suinicola, ma anche altre realtà, come le aziende agricole e in particolar modo zootecniche. Bisognerà distruggere anche fieno e paglia, che in questo periodo storico, anche a causa delle ripercussioni del conflitto, valgono oro.
La presenza dei cinghiali in alcuni casi ha provocato la distruzione dell’80 per cento del raccolto. Un danno enorme per le aziende agricole, già alle prese con le conseguenze economiche generate dal Covid, l’aumento dei costi delle materie prime e le ripercussioni del conflitto in Ucraina.
I branchi dei cinghiali ormai si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne, con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole, ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.
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