Il caro carburanti sta mettendo a rischio anche i trasporti sanitari essenziali. È l’allarme lanciato dal Presidente ANAS Sanità, Flavio Ronzi. Un settore che non può scendere in sciopero e che rischia davvero di vedere ferme le ambulanze e i diversi pulmini utilizzati in genere dai sanitari. L’associazione nazionale di Azione Sociale in qualità di Rete Nazionale del Terzo settore raccoglie centinaia di realtà del volontariato, della cooperazione e dell’imprenditoria sociale e fondazioni in tutta Italia.
Sembra una provocazione ma chi gestisce servizi di trasporto e soccorso agli infermi in ambulanza, trasporto dializzati o trasporto disabili sta lavorando oltre ogni limite già dal 2020, tuonano dall’associazione. Il COVID ha infatti aumentato i costi di gestione di questi servizi. Con il Covid erano già aumentati i costi legati ai materiali, alle sanificazioni, al personale, all’organizzazione del servizio e al gasolio. ANAS Sanità denuncia inoltre, che si lavora con tariffe già basse per lo più precedenti al 2016. Mentre è stato valutato che dal 2019 al 2022 solo per il gasolio si è registrato un aumento dei costi del 60%.
Le misure del Governo per contenere il costo del carburante aiutano ma non sono sufficienti e l’associazione chiede che le istituzioni intervengano in maniera strutturale sulle norme e sui budget del settore. E’ urgente l’adeguamento immediato dei costi del carburante in tutti gli appalti in corso banditi prima del 2022.
Senza un intervento urgente si rischia di distruggere una rete importante di servizi del paese, che dimostra sempre la sua operatività nei momenti di crisi come il Covid e il soccorso ai profughi ucraini