A più di 40 anni dall’attentato alla sinagoga di Roma la Procura ha iscritto nel registro degli indagati 4 persone.
Nove ottobre 1982. Un commando di terroristi di origine palestinese compie un sanguinoso attentato alla Sinagoga di Roma in un giorno di festa per la comunità ebraica. Nell’attentato viene ucciso un bambino di due anni, Stefano Gaj Taché. Altre 37 persone restano ferite, alcune sono gravi. A più di quaranta anni dall’attentato, la Procura di Roma – come riporta il quotidiano la Repubblica – ha iscritto nel registro degli indagati quattro persone nell’indagine avviata nel 2020. La svolta alle indagini sarebbe arrivata grazie alla collaborazione con gli inquirenti di Parigi, i quali stanno indagando su un altro attentato avvenuto due mesi prima di quello della sinagoga di Roma. In quel caso l’attacco coinvolse il ristorante ebraico jo Goldenderg, dove morirono sei persone. Sarebbe stato un pentito nelle mani degli inquirenti francesi a raccontare che gli attentati sarebbero stati commessi dallo stesso gruppo terroristico. Negli anni Ottanta venne identificato l’unico responsabile degli attentati, Osama Abdedl Al Zomar, che però riuscì a scappare in Libia.