Verrà sentito nelle prossime ore il professore di chimica di 42 anni accusato di violenza sessuale su 5 alunni, tutti minorenni. L’uomo verrà sottoposto all’interrogatorio di garanzia davanti al gip Mara Mattioli. L’insegnante, di ruolo in un istituto professionale a sud della Capitale, era finito agli arresti domiciliari a ottobre quando il genitore di uno dei suoi studenti, raccogliendo la confessione del figlio, si era rivolto ai carabinieri. Da lì sono partite le indagini. A seguito di una perquisizione domiciliare a carico dell’indagato, che ha permesso ai militari del Nucleo investigativo di via In Selci di recuperare materiale pedopornografico, con la collaborazione del preside e dei vertici dell’ufficio scolastico regionale del Lazio, nell’istituto sono state disposte delle videocamere. E dalle immagini raccolte nei mesi successivi alla prima denuncia il quadro probatorio è andato via via rafforzandosi. Immagini in cui altri 4 studenti, tutti ragazzi tra i 14 ed i 16 anni, subivano palpeggiamenti in alcuni casi durante una verifica o un’interrogazione, in altri casi durante le esercitazioni in laboratorio o nel corso della correzione di un compito. Le vittime sono state ascoltate nel corso di audizioni protette e, tutte, hanno fornito lo stesso racconto. L’uomo che vive da solo, senza compagna, né figli in un Comune dell’hinterland romano, è incensurato. Già a seguito della prima denuncia il 42enne avrebbe parlato con il preside, respingendo le accuse, ma provando a farsi spostare di classe. Sempre con il dirigente avrebbe oltretutto minimizzato la vicenda. E con le indagini avviate e con l’installazione delle videocamere nell’istituto, il professore è rimasto al suo posto senza essere trasferito e senza essere sospeso. Il ministero dell’Istruzione nelle scorse ore è stato allertato di modo che possa decidere se adottare dei provvedimenti disciplinari nei confronti del docente che attualmente insegna ancora in quell’istituto.