Intensa attività da parte della Questura di Latina in questa settimana, in tutto il territorio della provincia, impieganti oltre 220 equipaggi, 24 ore su 24.
100 i posti di controllo effettuati che hanno consentito il controllo di 730 veicoli e l’identificazione di 1570 persone. Contestate 146 infrazioni al Codice della Strada con 2 autovetture sottoposte a sequestro amministrativo in quanto prive dell’assicurazione obbligatoria.
Sono 20 i documenti ritirati, tra patenti e carte di circolazione. Infine sono stati controllati 60 cittadini extracomunitari al fine di verificarne i titoli di soggiorno e la regolare posizione sul territorio nazionale.
L’attività repressiva ha condotto a 3 arresti, dei quali uno nei confronti di un uomo resosi responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia, un secondo soggetto è stato arrestato per il medesimo reato, nonché per lesioni e resistenza a Pubblico Ufficiale, mentre il terzo arresto ha riguardato uno straniero ritenuto responsabile di furto aggravato.
Ben 18 sono invece i soggetti deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria perché ritenuti autori, a vario titolo, dei reati di truffa, lesioni personali, porto di oggetti atti ad offendere, violazione di domicilio, furto aggravato, guida in stato di abbrezza alcolica, resistenza a Pubblico Ufficiale, minacce, percosse, danneggiamento, ricettazione, maltrattamenti in famiglia, sottrazione e trattenimento di minori all’estero e violenza privata.
Vi è stata la sottoposizione di un uomo alla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, disposta dal Tribunale di Cassino ed eseguita dagli agenti del Commissariato di Gaeta.
Infine, il Questore di Latina, nel quadro delle attività dirette a contrastare il fenomeno delle violenze in occasione di manifestazioni sportive ha emesso il provvedimento di Divieto di Accedere a Manifestazioni Sportive (D.A.Spo.), nei confronti del genitore di un giocatore di una squadra di calcio a cinque. Il divieto, della durata di anni uno, scaturiva dall’atteggiamento violento culminata con un’aggressione fisica ai danni dell’arbitro che aveva espulso il figlio, per cui l’uomo entrava sul campo da gioco ed aggrediva con calci e pugni il giudice di gara.