Il sindaco di Itri Giovanni Agresti, nelle scorse ore, ha rassegnato le dimissioni. Con un comunicato stampa si rivolge ai suoi concittadini sottolineando il rammarico e il dispiacere propri della sua decisione. Una decisione ponderata e molto sofferta, si legge nella nota, che prendo dopo aver fatto tutta una serie di considerazioni, politiche e personali, anche alla luce di quelle che sono le mie attuali condizioni di salute.
Nei diversi periodi in cui sono stato Sindaco di questa mia amata città, continua l’ex primo cittadino, ho sempre agito nel superiore interesse del bene pubblico, non perseguendo mai ragioni di interesse personale. Ho servito la comunità in maniera puntuale, anteponendo gli interessi collettivi alle stesse mie esigenze, professionali e familiari; l’ho fatto, consapevole dell’onore che mi era stato dato di poter rappresentare la cittadina in cui sono nato e cresciuto, un onore che niente e nessuno potrà mai togliermi o offuscare.
Giovanni Agresti, nell’autunno del 2021 decise di candidarsi alla carica di sindaco per la quarta volta. Il suo ultimo mandato è stato caratterizzato da importanti problemi di salute. Superati grazie alla forza d’animo e alla determinazione ha ripreso l’attività di primo cittadino. A fine gennaio scorso però, Giovanni Agresti si è trovato ad affrontare ancora un problema dfi salute che ha richiesto attenzioni e cure mediche particolari e che (già da alcune settimane) ha imposto di seguire un percorso di riabilitazione e rieducazione, delicato e complesso.
Giovanni Agresti sente ora il dovere di fermarsi nella sua attività e di seguire un periodo di assoluto riposo.
La mia ultima comparsa in Consiglio Comunale, dice Agresti, è stata dettata da un senso di dovere istituzionale e politico, nonostante le mie precarie condizioni di salute, nell’unico intento di ricompattare quella maggioranza nata nell’ottobre del 2021 e proiettata a governare la nostra cittadina fino alla scadenza naturale del mandato. Non mi è stato possibile; a questo punto non mi resta che rimettere le mie irrevocabili dimissioni e lasciare il posto al Commissario Prefettizio, come deciso da quella parte di maggioranza che ha voluto, in questo modo, tradire il patto sottoscritto con gli elettori, assumendosi le responsabilità politiche ed amministrative del caso.