Nel blitz di mercoledì mattina, a Formia, durante una perquisizione eseguita dalla Polizia di Stato (Squadra Mobile di Latina e Commissariato di Gaeta, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo), dal Comando Provinciale Carabinieri di Latina (Nucleo Investigativo e Compagnia di Formia), dal ROS e dalla Direzione Investigativa Antimafia, è stato ritrovato un piccolo vano sotterraneo alto 170 cm in un appartamento, in viale dei Pini a Formia, in passato riconducibile al noto esponente dei clan dei casalesi Antonio Bardellino.
Al locale, ritrovato occultato al di sotto di un pavimento, si accedeva mediante una botola situata su binari scorrevoli ed una scaletta; al suo interno presente una panca e una lampadina, in uno spazio molto angusto.
La perquisizione è stata eseguita nell’ambito delle attività investigative per il tentato omicidio di Gustavo Bardellino, avvenuto nel febbraio 2022.
Le indagini sono state coordinate dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Roma e Napoli.
I Bardellino, furono espulsi dal loro territorio d’origine con l’ascesa di Francesco Schiavone e con molta probabilità ci sarebbe stato nel corso degli ultimi anni un riavvicinamento dei clan, una sorta di nuova alleanza. «E’ in pratica accaduto che la famiglia Bardellino, si legge testualmente nel decreto emesso dalla dda di Napoli, ha recuperato in quelle zone una propria operatività, ponendola a disposizione del clan dei casalesi con il quale ha intrapreso rapporti inquadrabili in una sorta di confederazione unitaria. Il territorio a cui si riferisce la Dda è quello del sud pontino e il clan dei Casalesi, proprio in quel territorio, avrebbe intrapreso numerose attività economiche sia nel settore del commercio delle automobili che in quello immobiliare.