«Elementi per riscrivere la storia della nascita della Città di Fondi»: il piccolo spoiler sullo scavo archeologico di Pianara arriva dal professor Massimiliano Di Fazio, docente di archeologia dell’Italia preromana presso l’Università di Pavia, che sta guidando la seconda fase di studio e ricerca presso una sella di rara bellezza naturalistica e straordinario interesse storico immersa nel Parco naturale dei Monti Aurunci. Dopo il ritrovamento di un elegante frammento di alabastron giallo e blu di provenienza orientale, in questa seconda fase dello scavo sono emersi ulteriori e preziosissimi elementi, sufficienti per scrivere un altro interessantissimo capitolo di storia locale preromana.
Il recente ritrovamento è un elemento straordinario nella storia del Basso Lazio. Tra tegole in quantità e frammenti di utensili di vita quotidiana saranno necessari mesi per elaborare una relazione dettagliata e fornire risposte argomentate. I dettagli sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso il Museo civico archeologico di Fondi. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Beniamino Maschietto e del direttore del Parco naturale dei Monti Aurunci Giorgio De Marchis, la conferenza ha registrato gli interventi del soprintendente Alessandro Betori e della direttrice del Museo Maria Cristina Recco.
Il lavoro di scavo e ricerca appena concluso, il secondo nel sito in questione effettuato dal medesimo gruppo di ricerca, sono stati introdotti dal professor Massimiliano Di Fazio e argomentati dal professor Edoardo Vanni, docente presso l’Università per Stranieri di Siena e dal dottorando dell’Università di Pavia Omar Scarrone, e dai dottori di ricerca Elena Marazzi (Università di Pavia) e Federico Saccoccio (Università di Pisa).