Il Comitato No al Forno Crematorio di Fondi ha inviato una lettera aperta a tutti i comuni del Lazio, affinché sollecitino la Regione a sanare il vuoto normativo sulla legislazione regionale degli impianti crematori. Per il Comitato, dopo 22 anni è ora che la regione Lazio regolamenti un settore che è vulnerabile a interessi privati e che non portano alcun vantaggio per la collettività. L’auspicio è che il messaggio non cada nel vuoto, ma che venga accolto ai massimi livelli regionali, in quanto la regolamentazione dei forni crematori è una necessità sempre più pressante. Come è noto la notizia dell’imminente costruzione di un forno crematorio a Fondi ha destato stupore nella cittadinanza e tanti cittadini si sono mobilitati per bloccare un progetto, che può rappresentare un danno serio per il territorio. La mobilitazione popolare ha dato vita ad un movimento spontaneo che si è costituito e registrato come “Comitato no al forno crematorio di Fondi” che in breve tempo ha raccolto 4000 firme contro un’opera definitiva controversa che pone mille interrogativi e di gran lunga sovradimensionata per le esigenze della città e del suo comprensorio. Il Comitato ritiene che la realizzazione degli impianti crematori debba essere disciplinata dalla Regione Lazio sulla base delle reali esigenze territoriali, individuando le aree più idonee ad accogliere queste attività, fuori da centri urbani e aree sensibili e stabilendo precisi limiti per le emissioni.