Il numero delle persone arrestate per violazioni penali di natura tributaria diminuisce, ma il gettito recuperato attraverso la lotta all’evasione fiscale aumenta. Certo, non necessariamente c’è un nesso inversamente proporzionale tra questi due fenomeni, tuttavia è importante segnalare che la lotta all’infedeltà fiscale produce risultati sempre più positivi, senza ricorrere ad un inasprimento delle misure limitative alla libertà delle persone. Un segno di civiltà giuridica che rafforza nel Paese il concetto dello Stato di diritto.
Analizzando la serie storica emerge che in Italia il numero minimo di arresti si è verificato nel 2016, dopodiché c’è stato uno sali scendi fino al 2021, anno in cui il numero di persone “ammanettate” per aver commesso un reato tributario ha toccato il picco massimo di 411. Nel 2022 (ultimo dato disponibile) il numero è sceso a 290. Diversamente, al netto dei risultati conseguiti nel 2020-2021, biennio caratterizzato dalla grave crisi pandemica, il recupero dell’evasione è stato di 20,2 miliardi nel 2022 e di 24,7 miliardi di euro nel 2023. Risultati raggiunti grazie alla cosiddetta compliance; in secondo luogo l’introduzione della fatturazione elettronica e l’obbligo dell’invio telematico dei corrispettivi; in terzo luogo gli effetti dello split payment in capo a chi lavora con la Pubblica Amministrazione e del reverse charge per le aziende che operano, in particolare, nel settore delle costruzioni.