La procura congolese ha chiesto la pena di morte per le sei persone accusate dell’assassinio dell’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso nel febbraio 2021 nella Repubblica democratica del Congo, assieme al carabiniere che faceva da scorta, Vittorio Iacovacci di Sonnino, e all’autista del World Food Program, Mustapha Milambo. Nel Congo c’è comunque una moratoria di fatto sulle condanne capitali, che vengono comminate ma non eseguite. Secondo il procuratore militare, il capitano Bamusamba Kabamba, «Le vittime sono state rapite, trascinate nel profondo della foresta prima di essere giustiziate». Questa la sua requisitoria tenuta davanti al tribunale militare della guarnigione di Kinshasa-Gombe, riunito nella prigione militare di Ndolo. La condanna a morte è stata chiesta per tutti, incluso il capo, che è latitante. Per l’accusa gli imputati erano membri di una «banda criminale» dedita alle rapine lungo le strade e che, inizialmente, non intendevano uccidere l’ambasciatore, ma solo rapirlo e chiedere un milione di dollari per il suo rilascio. Sabato sono previste le arringhe della difesa e poi sarà emessa la sentenza.