Via la centrale a carbone di Civitavecchia e spazio al primo Distretto di Energie Rinnovabili del Lazio, composto da un parco eolico offshore di 270 MW, il primo d’Italia e del Mediterraneo, batterie per 36 GWh, impianti a idrogeno H2 di 113 MW e impianti fotovoltaici di 655 MW complessivi. E’ quanto prevede, per il settore energia, il Piano per la Transizione Ecologica di Civitavecchia 2022-2026 della Regione Lazio, approvato dalla Giunta. Un progetto che, potrà generare complessivamente oltre 3mila nuovi posti di lavoro per i tre anni di impianti, circa 1800 annui, di cui 1.200 per la produzione e 601 per la loro installazione, cui vanno ad aggiungersi per gli anni successivi quelli derivanti da tutto l’indotto. Un intervento strategico, e allo stesso tempo simbolico in quanto rende giustizia ad un territorio che ha pagato a caro prezzo l’impatto su ambiente, salute ed economie locali di 80 anni di servitù energetica. È la risposta per ridisegnare il futuro di un territorio, basato su sostenibilità e innovazione, che può fare da apripista alla riconversione energetica e produttiva di tutto il Lazio. Una sfida globale di prossimità, per realizzare gli obiettivi salva-clima, e le relative opportunità, a casa nostra. Ma il settore energia include solo una parte degli interventi previsti. Il Piano per la Transizione Ecologica di Civitavecchia, un documento di oltre 300 pagine redatto in collaborazione con Sapienza Innovazione a partire da un ampio processo partecipativo avviato oltre un anno fa, prevede infatti quali assi strategici d’intervento: la trasformazione dell’area portuale, il nuovo distretto energetico, turismo sostenibile e nuovi poli produttivi e innovativi.