Il Gran Premio Liberazione, alla sua 75esima edizione, chiude i battenti di una tre giorni stellare con lo spettacolo della gara Under 23, incerta fino alle sue ultimissime battute confermando quel trend visto anche nelle altre prove del lungo fine settimana, ossia che la formula della gara romana, con il circuito di 6 km da ripetere più e più volte, non si presta al controllo delle squadre e men che meno a soluzioni in volata di gruppo. Anche la gara principe è vissuta su scatti e controscatti, premiando alla fine il tedesco Henri Uhlig, che riporta una bandiera straniera sul podio più alto del Liberazione dal 2017.
A due giri dalla fine si univano alla fuga Marcellusi (Bardiani Csf Faizané) e Rizza (Parkpré) ma non c’era da parte loro la voglia di procedere di comune accordo, così a giocarsi la vittoria rimanevano il teutonico, Marcellusi e Favretto, finiti nell’ordine. Per Marcellusi un pizzico di delusione, dopo che aveva sperato di bissare sulle strade romane la vittoria al Trofeo Piva d’inizio mese.
In campo femminile, dopo le due vittorie della Bastianelli e il successo della Paternoster, è Silvia Persico, bronzo mondiale nel ciclocross e atleta in grande ascesa su strada, a iscrivere il suo nome nell’albo d’oro della classica romana, penultimo appuntamento di una tre giorni che ha portato a Roma il meglio del ciclismo italiano e non solo, oltre a una marea di appassionati.
Nel giro conclusivo la lituana Rasa Leleivyte (romita Basso Bikes Vaiano), bronzo europeo in carica, provava l’azione di forza ma la Persico era pronta a rispondere. Volata finale con Chiara Consonni che lanciava perfettamente la compagna di squadra che andava a vincere davanti alla stessa Consonni e all’altra azzurra Maria Giulia Confalonieri (Ceratizit Wnt) per un podio che conferma il grande momento del ciclismo femminile azzurro.