Tempi e modalità con cui Serena Mollicone perse la vita. Nell’ultima udienza del processo in corso a Cassino per dare un volto a colui o coloro che hanno ucciso Serena Mollicone è stato ascoltato il medico legale collaboratore dell’antropologa forense Cattaneo. Era in collegamento streaming con l’Australia ed ha riferito che la vittima sarebbe deceduta il primo giugno del 2001. Il corpo di Serena sarebbe stato portato nel boschetto dell’Anitrella nella notte tra il primo e il due giugno del 2001, forse la ragazza era ancora in vita. Nel corso dell’udienza è stato ascoltato il responsabile di allora del Sert di Frosinone Fernando Ferrauti, il medico ha riferito che già nelle ore successive alla tragedia gli furono fatte confidenze da parte di due tossicodipendenti. Secondo queste confidenze ad uccidere la ragazza di Arce sarebbe stato Marco Mottola, il figlio del maresciallo che allora era al comando della stazione di Arce. Ferrauti riferì ai carabinieri quanto era accaduto ma non fu dato seguito ai suoi racconti. In aula anche Marco Malnati, il compare di Santino Tuzi che ha confermato ciò che a suo tempo, in uno sfogo presso la diga di Arce dove fu ritrovato il corpo del brigadiere, disse alle nostre telecamere. Tuzi gli avrebbe riferito che a portare il cellulare di Serena a casa sarebbe stato il maresciallo Mottola, poi Tuzi gli raccontò che Marco Mottola rimase coinvolto, prima della morte di Serena, in un incidente stradale, all’interno della sua auto fu rinvenuta della droga.Nel corso dell’udienza è stata anche ascoltata Maria Tuzi, figlia del brigadiere morto suicida. Oggi posso dire con certezza che mio padre non si è suicidato per amore, ha detto. La sua morte è strettamente collegata a quanto era a sua conoscenza. Io per anni mi sono fidata di ciò che mi raccontarono i carabinieri.