Anna Rita Torriero era preoccupata, la mattina in cui Santino Tuzi venne trovato morto. Usò il mio telefono per chiamarlo e in quella occasione mi disse di aver visto Serena Mollicone nella caserma dei carabinieri di Arce, dove lei si trovava per essere andata a portare un panino a Tuzi. La supertestimone Sonia De Fonseca, nel processo per l’omicidio Mollicone, è stata finalmente rintracciata, e ascoltata in Corte d’Assise a Cassino ed ha confermato la sua versione dei fatti, quella di sempre. Una testimonianza chiave per il processo, amica della Torriero, la donna che aveva una relazione con il brigadiere Santino Tuzi. La rivelazione sulla circostanza di cui lei e il brigadiere erano a conoscenza avvenne infatti proprio nella concitazione dei momenti del suicidio mentre Torriero cercava di mettersi in contatto con l’uomo. La signora De Fonseca ha riferito anche che Anna Maria Torriero le disse che, secondo lei, Marco Mottola era coinvolto nel delitto di Serena. Proprio per questo Tuzi era preoccupato e temeva per sé e la sua famiglia.
L’attendibilità e il rilievo delle parole di Sonia Da Fonseca, vengono riassunte nell’informativa dei carabinieri che raccolsero il suo verbale il 6 ottobre 2008, nel quale si legge: «Non aveva interessi o implicazioni nella vicenda e di certo non poteva conoscere aspetti molto particolari e circostanziati che non ha vissuto direttamente né potevano essere di dominio pubblico: ne consegue che l’unica fonte da cui la stessa abbia potuto attingerle è davvero la sua amica Anna Rita Torriero, come d’altronde la De Fonseca ha sempre affermato».
La difesa invece sostiene che la Torriero aveva ricordi labili e non era sicura di aver visto Serena in caserma e poi l’ipotesi
adombrata in una intervista in cui De Fonseca faceva cenno a un’auto regalata da Mottola a Torriero per comprare il suo silenzio, intervista poi non confermata dalla donna. Insomma incertezze e interpretazioni che porteranno ad un confronto faccia a faccia tra le due donne.