Il Tribunale di Cassino ha condannato ad un anno e nove mesi (con pena sospesa ed obbligo di sottoporsi ad un periodo di riabilitazione) un prete del clero de L’Aquila di 65 anni riconosciuto colpevole di ‘atti persecutori’ nei confronti di un 29enne.
Ad un collaboratore del religioso è stata inflitta una pena di dieci mesi per il concorso nello stesso reato mentre un terzo imputato è stato assolto. La vittima ha denunciato di riceve messaggi e subire invadenze nella sua vita personale, così insistenti da obbligarlo a cambiare abitudini; ha segnalato che erano state piazzate alcune microcamere sul suo luogo di lavoro per spiarne i movimenti e le abitudini. Tutto dalla primavera del 2020 poco dopo avere lasciato un’associazione religiosa prendendone le distanze. Anche per questo le indagini si erano concentrate sul sacerdote e due collaboratori, nessuno dei quali risulta avere esercitato il suo ministero pastorale nelle diocesi della provincia di Frosinone.
Il giudice delle udienze preliminari li ha condannati con il rito abbreviato, assolvendo uno dei due collaboratori.